Prestito oneroso e non oneroso tra privati: cosa significa?

di | Dicembre 9, 2022

Con la definizione di prestiti tra privati indichiamo una particolare tipologia che prende il nome di prestito non oneroso, altrimenti detto anche prestito infruttifero che è cosa ben diversa da un prestito erogato da istituti di credito privati che, al contrario, rientra comunque nella categoria dei prestiti onerosi. Fatta questa doverosa premessa, vediamo quindi cosa significa prestito non oneroso e oneroso e come funzionano queste particolari tipologie di prestito.

Significato e caratteristiche prestiti onerosi e infruttiferi

Come abbiamo accennato poco sopra, quando parliamo di prestito non oneroso, stiamo parlando di una particolare tipologia di prestito che rientra nella fattispecie dei prestiti tra privati. In questo caos i privati sono i liberi cittadini che liberamente e in piena facoltà decidono di effettuare un prestito a una terza persona.

Perciò, questa tipologia di prestito, si chiama così perché rientra in una categoria specifica che esce dal canale di prestito tradizionale che invece, di solito, passa tramite banche e intermediari finanziari.

Attenzione però, questo non vuol dire che il prestito tra privati non sia soggetto a regole oppure che all’interno di questa categoria ognuno possa fare quello che desidera. Anzi, al contrario, anche in questa fattispecie vi sono delle regole da rispettare e delle dinamiche da tenere ben presenti.

Una volta compreso che siamo nell’ambito dei prestiti privati, possiamo arrivare al dunque e capire quale differenza esiste tra un prestito non oneroso e un prestito oneroso:

  • il prestito non oneroso, oppure infruttifero, è un di prestito che viene erogato tra cittadini privati e che non prevede la maturazione di nessun interesse sul credito erogato;
  • il prestito oneroso, invece, è un prestito che viene erogato a un richiedente e che matura interessi che dovranno essere restituiti insieme alla somma prestata. 

Sostanzialmente, quindi, il prestito infruttifero non matura interessi, quello oneroso li matura. Tuttavia, la questione è un po’ più articolata di così perché, come abbiamo visto, un prestito di tipo oneroso, e cioè che prevede la maturazione di interessi, può anche essere richiesto a un intermediario finanziario di natura privata ma autorizzato all’erogazione di denaro.

Nella fattispecie più conosciuta e più comune, quella del prestito oneroso, il credito può quindi essere richiesto secondo le consuete modalità che prevedono di effettuare la richiesta di credito presso un ente bancario o finanziario individuato. Naturalmente, in questo caso occorrerà essere in possesso di determinati requisiti, in assenza dei quali sarà difficile riuscire a ottenere la somma di denaro necessaria. I requisiti, di solito, sono:

  • documento di reddito (busta paga, CU, cedolino pensione);
  • garante in possesso di documento di reddito (questo requisito viene richiesto solamente a coloro che sono sprovvisti di un documento di reddito e che non hanno un’entrata certa e dimostrabile come nel caso di casalinghe, studenti universitari, locatari, percettori di assegni sociali ecc.);
  • conto corrente attivo.

I requisiti sono fondamentali per un ente di credito sia privato sia non privato perché servono a certificare la capacità del richiedente di restituire la somma prestata.

In questo caso, la banca o chi per essa applica sul prestito un tasso di interesse (TAN e TAEG) che in altre parole sono i costi che la banca deve sostenere per mantenere il credito e che dovrà essere rimborsata insieme al credito erogato.

In alcuni casi, può accadere che alcuni prestiti siano a tasso zero, nel senso che il richiedente procede al rimborso del solo capitale prestato, ma si tratta comunque di un’eventualità piuttosto eccezionale, mentre invece è più facile imbattersi in prestiti dai tassi vantaggiosi e che consentono al beneficiario di rimborsare il credito con interessi in una modalità più agevole.

Quello del prestito oneroso, malgrado abbia un costo, costituito dagli interessi applicati al prestito, è sicuramente il canale più efficace e sicuro per chiedere una somma di prestito, tuttavia è una modalità abbastanza selettiva che richiede determinati requisiti, in assenza dei quali è molto difficile ottenere il prestito.

Può capitare quindi che alcuni richiedenti che non dispongono di un documento di reddito certo, come nel caso dei locatari, non riescano ad accedere al prestito oneroso, pur essendo perfettamente capaci di sostenere il peso del canone mensile di rimborso. In casi come questi, potrebbe essere valutata la possibilità di richiedere un prestito non oneroso che, come abbiamo visto, non matura alcun tipo di interesse. Questa tipologia di prestito è tipicamente di natura privata perché prevede il prestito di una somma tra amici, parenti e conoscenti.

Anche in questo caso, la somma prestata può essere rimborsata o in rate, di durata ed entità stabilite con il prestatore oppure in una sola volta. Qualunque sia la soluzione, il prestito di questa natura non prevede alcun tipo di interesse. 

Attenzione però, il prestito non oneroso prevede sempre la restituzione del denaro proprio perché rientra nella fattispecie dei prestiti e non delle donazioni che invece sono cosa ben diversa e non prevedono la restituzione della somma prestata poiché, da un punto di vista giuridico, rientrano nella fattispecie del dono.

Non sono pertanto richieste garanzie o requisiti e la legge legifera poco o, quantomeno, non può entrare nei rapporti tra conoscenti che sono alla base di questa tipologia di prestito. Infatti, il prestito infruttifero prevede che vi sia un certo grado di fiducia e di conoscenza che porta le parti a fidarsi. La norma subentra solamente nel momento della formalizzazione del prestito.

Un’altra caratteristica che contraddistingue il prestito infruttifero è quella che non può essere erogato a sconosciuto e deve essere un prestito una tantum: l’occasionalità deve infatti essere alla base di questo prestito, altrimenti, si potrebbe venire a configurare una situazione di usura che, lo ricordiamo, è penalmente perseguita.

Nonostante questo sia un prestito tra privati, occorre comunque seguire delle regole per non incorrere in sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. che, successivamente provvederà a effettuare i controlli sulla natura del prestito e accertare che non sussistano circostanze, quali: usura e riciclaggio.

Prestito tra privati: tutte le tipologie

Come abbiamo visto il prestito tra privati è una tipologia di prestito non regolamentata, nel senso che tra il prestatore e il beneficiario non si frappone alcun intermediario, proprio perché lo scambio avviene direttamente tra due soggetti privati.

Esistono diverse tipologie di prestiti non onerosi e sono le seguenti:

  • con scrittura privata;
  • epistolare;
  • garantito da cambiali;
  • con causale di bonifico.

Vediamole una per una.

Prestito con scrittura privata

Si tratta della tipologia più comune e anche quella consigliata poiché prevede la stipulazione di un vero e proprio contratto avente forza di prova. La scrittura privata serve a:

  • tutelarsi: entrambe le parti, infatti, hanno la facoltà di formalizzare l’accordo di prestito chiarendo da subito le modalità dei tempi e di rimborso;
  • autodenunciarsi: la scrittura privata “denuncia” all’Agenzia delle Entrate la sussistenza di questo prestito garantendo la buona fede e liceità della provenienza del denaro;
  • provare la propria posizione di fronte al Fisco: l’accordo servirà infatti a provare e chiarire la propria posizione di fronte a un organo di controllo che parte sempre da una “presunta colpevolezza”.

Nella scrittura sarà fondamentale inserire tutti gli elementi utili a chiarire la natura del contratto, come:

  • i dati anagrafici del prestatore e del beneficiario;
  • l’importo preciso del credito;
  • data certa, apposta mediante timbro postale;
  • durata e importo delle eventuali rate;
  • clausola fissa: contratto di mutuo redatto secondo le norme di cui all’art. 1813 cc e seguenti;
  • finalità del credito (mutuo, rata auto, ecc.);
  • specificazione della natura del prestito (infruttifero).

Infine, il documento dovrà essere registrato all’Agenzia delle Entrate mediante il pagamento di marca da bollo da 16 euro (per ogni facciata del contratto e mediante il pagamento del 3% del credito.

Prestito Epistolare

Si tratta di una tipologia simile a quella della scrittura privata e prevede che l’accordo, comprensivo di tutti gli elementi utili a individuare la natura e l’entità del prestito, sia redatto e firmato da una delle due parti e poi inviato per posta alla controparte che dovrà a sua volta firmarlo per accettazione e rispedirlo al mittente. In questo caso non sono previste imposte di bollo e tasse da pagare.

Prestito garantito da cambiali

In questa tipologia, il prestatore usufruisce della cambiale nel caso in cui il debitore non provveda alla restituzione del denaro. In questa tipologia di prestito il titolo di credito ha un costo pari al 12 x 1000 del suo importo. 

Prestito con causale bonifico

In questo caso è possibile tutelarsi sfruttando la tracciabilità bancaria. La legge, infatti, obbliga l’inserimento di una causale per motivare ogni tipologia di spostamento di denaro, in questo caso, quindi, è possibile fare un prestito sfruttando il bonifico specificando nella causale che si tratta di un prestito non oneroso.

Qualunque sia la tipologia di prestito infruttifero prescelta, occorre ricordare che la legge tutela sempre il creditore che non riesce a rientrare in possesso della somma prestata. Nella malaugurata ipotesi in cui non si riuscisse a rientrare del credito, è possibile ricorrere al giudice ottenendo un decreto ingiuntivo. Se dopo 40 giorni il debitore non ha provveduto a rimborsare il debito il giudice disporrà per l’esecuzione forzata del rimborso.

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